
Dalla prima ciclovia transregionale tedesca alla grande ciclabile europea – la storia della R1
di Norbert Ebinger
Siamo in Höxter, Westfalia, nell’ovest della Germania Federale nel 1981. L’economia e il turismo sono fiorenti, le strade tedesche sono invase di automobili, ma si vedono sempre più biciclette in città e fuori porta, cresce la domanda di attività ricreative nel tempo libero. Gente in bici e automobilisti si contendono gli stessi spazi.
Nel suo ufficio il sig. Mussenbrock, dirigente del settore viabilità della provincia di Höxter riflette sul problema della sicurezza dei ciclisti. Ebbene, ci sono 3 km di pista ciclabile e l’una o l’altra via di campagna e bosco sono percorribili e permettono una breve scampagnata in bici, ma non portano lontano.
Osservando e pensando come togliere i ciclisti dal traffico motorizzato permettendo loro di viaggiare in sicurezza e con piacere concepisce una viabilità parallela per il cicloturismo.
La sua è l’idea di una pista ciclabile che oltrepassi i confini locali, provinciali e che sfrutti le vie di campagna esistenti.
Ricevuto semaforo verde dai vertici politici della sua provincia contatta i dirigenti di altre cinque province e della città di Münster, un centro molto importante della regione.
Fu l’inizio del progetto R1, un itinerario transregionale di 275 km da Höxter nell’estremo est della regione al confine con la Bassa Sassonia, sino a Zwillbrock al confine con l’Olanda. Il sig. Mussenbrock ha pensato al ciclismo come un volano del turismo per la sua provincia, sia quello del circondario sia quello più lontano. Lui mira all’Olanda, nazione di ciclisti da sempre, spianando loro la strada per invitarli a visitare la Westfalia.
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